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Il finocchio selvatico, non presenta particolari esigenze colturali: è una pianta che predilige un clima mite e temperato; gradisce l’esposizione al sole, anche se cresce e si sviluppa meglio in una zona fresca e lievemente ventilata. E’ una pianta selvatica, per cui, oltre alla coltivazione, cresce in modo spontaneo in diverse zone del mediterraneo, su terreni argillosi e ghiaiosi. Essendo abituata ad un clima espressamente mediterraneo, teme le gelate improvvise e temperare che scendono al di sotto dello zero. Durante i periodi freddi infatti, la pianta può essere tutelata con la coltivazione in vaso, o in serra che favoriscono il controllo della temperatura. Il clima tende ad influenzare anche le innaffiature, che vanno regolate in relazione al clima stesso e alla sua variabilità: il finocchietto, è una pianta che cresce anche spontanea, per cui, non richiede molta acqua. Le irrigazioni diventano maggiormente frequenti solamente durante il periodo estivo, quando la calura potrebbe comportare secchezza; le irrigazioni vanno effettuate comunque a sera, durante le ore meno afose. Durante la stagione invernale, le irrigazioni, sono spesso sostituibili dalle piogge.
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Il finocchio, è una pianta che viene riprodotta per seme: questi ultimi, possono essere piantati direttamente in terra, nel periodo idoneo alla semina, o possono essere piantati in semenzai, in attesa della stagione adatta alla semina in terra. I semi dopo essere stati sparsi sul terreno, vengono coperti con un leggero strato di terreno. Una volta cresciute, le piantine subiscono un’operazione di sfoltimento, che favorisce la crescita delle piantine più rigogliose, eliminando quelle più deboli. Quando le piantine saranno poste in terra, dovranno essere adeguatamente distanziate, cosi che le radici non si accavallino tra loro. Il finocchietto solitamente non necessita di particolari interventi di concimazione: solo quando le piantine saranno messe a dimora in terra, sarà preferibile spargere dello stallatico maturo, cosi da favorirne lo sviluppo e la crescita. Il finocchietto viene raccolto subito dopo la fioritura: le foglie vanno raccolte e consumate fresche, infatti per far si che queste conservino il loro sapore, è preferibile recidere i fiori una volta sbocciati.
Il finocchietto selvatico, è una pianta che può essere attaccata dai parassiti, soprattutto se la coltivazione viene effettuata in terra e non in vaso. Afidi e lumache, mangiano le foglie della pianata compromettendone lo sviluppo; diversi altri tipi di insetti, oltre ai parassiti, determinano una serie di altre patologie come la batteriosi, la peronospora e l’oidio. Le punture che effettuano gli insetti sulle foglie, aiutano la pianta a marcire, o a creare un canale da cui passano le infezioni che determinano la comparsa di diverse patologie. La soluzione ideale è un antifungino, oltre alle diverse misure preventive. La coltivazione del finocchio selvatico può essere realizzata anche in vaso, seguendo misure colturali molto simili a quelle adottate per la coltivazione in terra.
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