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Il calcestre è uno stabilizzato naturale drenante che può assumere differenti caratteristiche compositive. Ciò che ne contraddistingue le qualità e ne differenzia la resa in relazione ai bisogni è proprio la composizione.Lo stabilizzato è di per sé un materiale inerte ambientalmente compatibile che deriva dalla frantumazione di materiali naturali (dalle ghiaie alluvionali a calcarei di altro tipo, a rocce più o meno compatte) provenienti da cave o da demolizioni. A seconda della granulometria di frantumazione, il prodotto assume specifiche caratteristiche tecniche.Il calcestre, quale particolare tipologia di stabilizzato, è rinvenibile sul mercato a differenti granulometrie, oltre che a differenti fonti di approvvigionamento.Si passa da granulometrie inferiori al millimetro a quelle di 50 mm, a quelle miste. La percentuale degli elementi di frantumazione può passare da valori minimi a dosi pari al 50%. La restante componente, ossia la frazione fine, garantisce la compattezza dopo l’applicazione.E se una buona scelta dimensionale degli elementi è condizione vincente per il drenaggio, la provenienza della frazione fine determina il successo della stabilità. In ogni caso, la scelta complessiva deriva anche dalle modalità di applicazione su fondo stradale o direttamente sul terreno.
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Pavimentazioni all'aperto, pedonali e carrabili, sentieri, viali, campi sportivi, strade bianche e piste ciclabili realizzati in calcestre possono assumere caratterizzazioni estetiche in relazione ai materiali di frantumazione. Difatti il calcestre è disponibile in differenti colorazioni naturali: da quelle chiarissime provenienti da rocce bianche a quelle dalle varie gradazioni del beige e del marrone, ma anche del rosso, provenienti da altre tipologie di cave.In ragione della semplicità di lavorazione, del basso impatto ambientale, della durata e dei ridottissimi costi di acquisto e manutenzione, di recente questo prodotto è sempre più impiegato in edilizia.La realizzazione delle pavimentazioni avviene attraverso una o più stratificazioni di calcestre, date con vibrofinitrice e più o meno compattate a rullo, a seconda della destinazione e della base di appoggio. Il risultato visivo finale è simile a quello di uno strato di ghiaia fine.In particolari ambientazioni, come per vialetti interni a giardini, quando si vuole ottenere un effetto più morbido, il prodotto può anche essere applicato in forma sciolta, dato che possiede comunque una buona capacità di auto-compattarsi.
La sovrapposizione di più strati di calcestre misto a materiali leganti, la compattazione di ognuno e dell’insieme, determina la realizzazione di un percorso drenante con buone capacità di resistenza al transito. Questo tipo di pavimentazione prende il nome da colui che l’ha ideata fin dagli inizi dell’Ottocento: l’ingegnere Macadam. In dipendenza delle necessità d’uso della pavimentazione Macadam, il legante può essere di vario tipo. Se si utilizza acqua, si ottiene un risultato essenzialmente d’uso comune e con prestazioni drenanti elevate. Se si utilizza il bitume oppure il catrame, le prestazioni di durevolezza e compattezza certamente aumentano però a discapito di quelle drenanti. In questi casi, più che in ogni altro, è necessario predisporre pendenze ed, eventualmente, anche altri sistemi di raccolta e smaltimento delle acque reflue. Buona norma è, tra l’altro, quella di sottoporre agli strati di calcestre, una massicciata in pietrisco.Questa tecnica, diffusa in ogni dove, possiede un limite prestazionale: è adatta a strade con traffico limitato e poco pesante. Non deve essere considerata un’alternativa alle ormai consolidate metodologie utilizzate per le grandi e medie infrastrutture viarie.
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