Cos'è il macramè

Cos'è il macramè

Il macramè è un merletto fatto con dei nodi. Per realizzare un lavoro con il macramè bisogna procurarsi innanzitutto del filato opportuno e poi avere un cuscino oppure un tombolo su cui poter appoggiare il lavoro mentre si realizza il merletto, mediante degli spilloni per poterlo tenere fermo e lavorare in tranquillità.

Il filato da usare per questo tipo di merletto può essere di qualsiasi tipo e materiale: si può usare la lana, la seta, il cotone, la juta, la canapa e anche una fibra sintetica. Il filo può anche essere di una grossezza qualsiasi ma è preferibile che sia un filo ben ritorto e che sia abbastanza resistente. I principali punti o nodi per fare un macramè consistono nel nodo detto cordoncino e nel nodo chiamato piatto.

Prima di eseguire un lavoro, è comunque consigliabile sempre effettuare un campione con il filato scelto per valutare quale deve essere la lunghezza giusta del filo che si vuole usare e conoscere con esattezza il numero di fili che bisogna "montare" per poter raggiungere quelle che sono dimensioni finali del lavoro.

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Origine del termine

macramè2 Questo tipo di merletto ha il suo nome che deriva direttamente dall’arabo: si tratta del termine "mahramatun" che significa fazzoletto o del termine migramah che vuol dire una frangia per le guarnizioni. Da questi termini provengono anche altri termini turco-ottomani che sono mahrama che significa asciugamano oppure fazzoletto ricamato da usare per la testa, detto anche makrama.

Come anche altre parole di origine mediorientale, il termine si è inserito nel tempo nel dialetto ligure, in quanto è stato importato dal linguaggio dei marinai che approdavano a Genova o in altri scali liguri e provenivano da varie colonie d’oltremare.

Quindi il termine di macramè è divenuto tipico della regione ligure e in particolare di Genova. Questa parola inoltre veniva usata spesso nel passato per indicare quelle belle frange decorative che si applicavano agli asciugamani di lino che facevano parte in genere del corredo e venivano usati per asciugare il viso.


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I nodi

macramè Per capire bene cos’è il macramè bisogna conoscere tutti i suoi nodi.

Il nodo semplice è tra i più facili da imparare e fare. È il nodo di base per costruire gli altri.

Il nodo piatto si lavora con quattro fili e mediante due movimenti. Ci sono due fili al lato detti fili annodatori, e due fili centrali che si dicono portanodi. Il nodo piatto viene usato in tutte le sue varianti.

Il nodo Giuseppina si lavora con due fili oppure con gruppi. Con il sinistro si forma un anello, portando il capo libero sempre al di sopra. Quello di destra, sotto l'anello, deve passare sopra il sinistro facendo una curva verso l'alto, sotto e poi sopra e quindi sotto quello che incrocia.

Il nodo cordoncino si realizza annodando gli annodatori sul portanodi che riceve tutti i tipi di nodi e deve sempre essere ben teso. L’annodatore è il filo che genera il nodo mediante un movimento intorno al portanodi. Per il cordoncino bisogna incrociare due fili e poi quello che si trova sotto occorre fare due semplici nodi. In questo modo si viene a formare una barretta orizzontale, verticale oppure obliqua.

Conoscendo la tecnica dei nodi si riesce a capire nel complesso cos'è il macramè.




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