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Il sistema che è stato prescelto dai nostri governi per spingere all'adozione dei pannelli solari, è quello degli incentivi, spalmati nell'arco di un ventennio e tali da rendere conveniente un investimento che nel corso degli anni può dare vita ad un guadagno rilevante variando in base anche all'ubicazione dell'impianto e della sua esposizione al sole. A poter godere dell'incentivo proporzionale all'energia che viene prodotta dall'impianto sono privati, aziende o enti pubblici.
Andrebbe però specificato che se gli incentivi continuano a rimanere e a premiare chi ha optato per un impianto fotovoltaico sul tetto della propria abitazione, il Conto energia è ormai definitivamente spirato, arrivando alla sua quinta edizione. Molti addetti ai lavori sono in effetti propensi a parlare di fine degli incentivi per l'energia solare, anche se andrebbe attentamente considerato il fatto che il sistema delle detrazioni fiscali che lo ha in pratica sostituito rende il fotovoltaico ancora molto conveniente, per una buona serie di motivi, come rilevato ad esempio dai rapporti elaborati da importanti centri di ricerca.La logica che ha ispirato la quinta edizione delle tariffe incentivanti è soprattutto quella di favorire l'adozione di impianti di piccola taglia per l'autoconsumo, riconoscendo a chi li installa dei vantaggi non più tramite l'assegnazione di cifre a fondo perduto, come era avvenuto nel corso degli anni precedenti, bensì premiando il quantitativo di energia prodotta tramite l'erogazione di somme che vengono regolarmente corrisposte ogni mese per i primi venti anni di funzionamento. Un netto mutamento rispetto al passato, nel quale è previsto anche il valore omnicomprensivo dell'energia che viene immessa nella rete pubblica. Nella pratica non possono essere aggiunti alle tariffe incentivanti i vantaggi di altri meccanismi premianti come lo Scambio sul Posto o il Ritiro Dedicato. Al vantaggio derivante dalla cessione della quota di energia elettrica al GSE (Gestore dei Servizi Energetici), va invece aggiunto quello che è reso possibile in bolletta dal quantitativo di energia autoconsumata, ovvero quella non immessa nella rete pubblica, ma usata per le esigenze della propria abitazione. La quinta edizione del Conto energia è praticamente terminato nel corso del 2013, con il raggiungimento delle somme stanziate dal governo in favore degli aderenti.
Se in molti avevano pronosticato un rapido decadimento del fotovoltaico in Italia, l'adozione sempre da parte del governo del sistema dei bonus fiscali per chi decide di adottare i pannelli solari ha rapidamente fatto chiarezza sul futuro del settore. In pratica il nuovo meccanismo prevede che chi installa impianti fotovoltaici sul tetto della propria abitazione può scaricare la metà dei costi sostenuti sulla propria dichiarazione dei redditi per dieci anni, dividendoli in quote di pari valore. Con la decisione di introdurre il bonus fiscale, fissato al 50% (che scenderà quindi al 36% per gli impianti adottati dal 1° gennaio 2014), la convenienza del fotovoltaico, come ritenuto da molti addetti ai lavori, viene addirittura ad essere superiore rispetto alle pur generose tariffe incentivanti del precedente regime. A rendere possibile questo apparente paradosso concorre anche la continua evoluzione tecnologica che ha dato vita ad impianti con rendimento maggiore rispetto ai primi e, soprattutto, il sensibile calo dei prezzi che ha interessato il settore del fotovoltaico. Attualmente un impianto costa infatti circa 7500 euro, molto meno rispetto ad esempio a quelli adottati da chi ha aderito alla prima edizione delle tariffe incentivanti, cosa che rende possibile ammortizzare in pochi anni l'investimento effettuato.
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