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La micorizzazione, è il test che proclama la pianta scelta compatibile con i miceli del tartufo: l’operazione viene effettuata immergendo le radici della pianta stessa in una soluzione che tende a procurare alle radici della pianta delle leggerissime lesioni. Il passaggio successivo, prevede il contatto tra le radici stesse e una poltiglia di tartufi. In questo modo, si realizzerà un primo “contagio”, con gli elementi del tartufo. La micorizzazione del tartufo bianco, invece, viene realizzata, mettendo a contatto le radici della pianta da micorizzare con quelle di una pianta già micorizzata. Le piante che hanno subito un processo di micorizzazione, tendono ad essere più forti e sane, poiché assorbono con maggiore facilità, acqua e Sali minerali.
La coltivazione del tartufo, è stata resa possibile da diversi vantaggi, dati dall’adattamento del fungo stesso, ai diversi tipi di terreno: non esiste una condizione necessaria, e una tipologia di terreno specifica; i tartufi si adattano a terreni ghiaiosi, sassosi, argillosi, scoscesi, in pendenza. La presenza di crescita spontanea di piccoli tartufi in un determinato terreno, indica la location come ideale, per l’avvio di una coltivazione tartufina ex novo. Una volta scelto il terreno e le piante compatibili con la crescita dei tartufi, sarà necessario passare alla scelta del numero dei filari, e dunque del numero esatto delle pianta da micorizzare. A seguito delle operazioni utili alla scelta delle piante, del terreno, e dopo la micorizzazione stessa, si passa alla preparazione del terreno che va effettuata durante i mesi estivi: il terreno viene vangato, arato e disinfestato da tutte le erbe, insieme a tutte le forme di vegetazione presenti che potrebbero intralciare la crescita del tartufo; sullo stesso, andranno disposti i filari, scavando dei solchi profondi.
L’ultimo passaggio è quello della messa a dimora delle varie piantine che andranno sistemate all’interno dei solchi, poste ad una certa distanza le une dalle altre; ogni piantina dovrà avere la sua buca, profonda circa venti centimetri, sul cui fondo, dovrà essere sparsa della ghiaia che favorisca il drenaggio. Nei mesi che succedono alla piantumazione, bisognerà prestare moltissima attenzione alle piante, che necessiteranno di numerose pratiche colturali, tra cui, innaffiature, potature, cure del terreno, quali vangatura e areazione, operazioni necessarie, poiché i tartufi, tendono a gradire un suolo leggero e fresco. I tartufi spuntano dopo anni, (circa cinque), per cui le pratiche colturali, vanno eseguite senza interruzioni, soprattutto nei mesi che seguono la messa a dimora. La pratica colturale dei tartufi, ha assunto dimensioni impressionanti, sia per la preziosità dell’alimento, sia per la facilità relativa agli interventi richiesti dalle piante che ne favoriscono lo sviluppo.
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