La coltivazione del tartufo

Tartufi

Il tartufo è un fungo di grandissimo pregio: un’assoluta delizia gastronomica, dal gusto delicato e fine. Cresce nel sottosuolo, sviluppandosi in simbiosi con le radici di alcune piante, di cui si nutre. La sua coltivazione, è vincolata a variabili contingenti, quali l’habitat e la sintonia perfetta che tende a crearsi con le piante che ospitano questo particolare fungo. Nel corso del tempo, la coltivazione dei funghi è diventata una tecnica professionale: l’oro nero, ha ad oggi un elevatissimo valore gastronomico, e la sua coltura si diffonde ovunque. Le diverse specie di tartufo, si distinguono in: tartufo nero, tartufo bianco, il nero di Norcia e di Acqualagna, diverse sfaccettature dello stesso alimento che donano alle pietanze che accompagnano un sapore delicato, gentile, rotondo. La coltivazione del tartufo, si basa su un processo che prende il nome di “micorizzazione”, operazione mediante la quale, le spore di micelio del tartufo, vengono innestate nella massa radicale della pianta. Esperti micologi, sperimentano il grado di compatibilità di ogni singola pianta con specifici miceli; tra le specie maggiormente compatibili, si elencano: tigli, pini, pioppi, larici e pochissime altre specie.
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Micorizzazione

tartufi raccolti La micorizzazione, è il test che proclama la pianta scelta compatibile con i miceli del tartufo: l’operazione viene effettuata immergendo le radici della pianta stessa in una soluzione che tende a procurare alle radici della pianta delle leggerissime lesioni. Il passaggio successivo, prevede il contatto tra le radici stesse e una poltiglia di tartufi. In questo modo, si realizzerà un primo “contagio”, con gli elementi del tartufo. La micorizzazione del tartufo bianco, invece, viene realizzata, mettendo a contatto le radici della pianta da micorizzare con quelle di una pianta già micorizzata. Le piante che hanno subito un processo di micorizzazione, tendono ad essere più forti e sane, poiché assorbono con maggiore facilità, acqua e Sali minerali.

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    Coltivazione tartufi

    tartufi in terra La coltivazione del tartufo, è stata resa possibile da diversi vantaggi, dati dall’adattamento del fungo stesso, ai diversi tipi di terreno: non esiste una condizione necessaria, e una tipologia di terreno specifica; i tartufi si adattano a terreni ghiaiosi, sassosi, argillosi, scoscesi, in pendenza. La presenza di crescita spontanea di piccoli tartufi in un determinato terreno, indica la location come ideale, per l’avvio di una coltivazione tartufina ex novo. Una volta scelto il terreno e le piante compatibili con la crescita dei tartufi, sarà necessario passare alla scelta del numero dei filari, e dunque del numero esatto delle pianta da micorizzare. A seguito delle operazioni utili alla scelta delle piante, del terreno, e dopo la micorizzazione stessa, si passa alla preparazione del terreno che va effettuata durante i mesi estivi: il terreno viene vangato, arato e disinfestato da tutte le erbe, insieme a tutte le forme di vegetazione presenti che potrebbero intralciare la crescita del tartufo; sullo stesso, andranno disposti i filari, scavando dei solchi profondi.


    La coltivazione del tartufo: Raccolta tartufi

    tartufi grossi L’ultimo passaggio è quello della messa a dimora delle varie piantine che andranno sistemate all’interno dei solchi, poste ad una certa distanza le une dalle altre; ogni piantina dovrà avere la sua buca, profonda circa venti centimetri, sul cui fondo, dovrà essere sparsa della ghiaia che favorisca il drenaggio. Nei mesi che succedono alla piantumazione, bisognerà prestare moltissima attenzione alle piante, che necessiteranno di numerose pratiche colturali, tra cui, innaffiature, potature, cure del terreno, quali vangatura e areazione, operazioni necessarie, poiché i tartufi, tendono a gradire un suolo leggero e fresco. I tartufi spuntano dopo anni, (circa cinque), per cui le pratiche colturali, vanno eseguite senza interruzioni, soprattutto nei mesi che seguono la messa a dimora. La pratica colturale dei tartufi, ha assunto dimensioni impressionanti, sia per la preziosità dell’alimento, sia per la facilità relativa agli interventi richiesti dalle piante che ne favoriscono lo sviluppo.


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