- In Casa
- Fai da te
- Arredamento
- Elettrodomestici
- Giardino
- Attrezzi
- Pareti solai
- Impianti
- Materiali
- Ecosostenibile
- Video
Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo procediamo con ordine e iniziamo a comprendere alcuni degli elementi di base che più possono esserci di sostegno nell’ambito della nostra disanima, analisi sintetica la nostra per le ben note ragioni di spazio, in materia di isolamento termico a cappotto interno. E, naturalmente, alcune precisazioni sono quasi d’obbligo a partire, ad esempio, dalle ragioni alla base dell’impiego di un isolamento termico a cappotto interno. A conti fatti, in questo caso, non vi sono grosse differenze tra l’impiego di un isolamento termico a cappotto interno e gli altri metodi di isolamento perché tutti combattono la dispersione termica nelle nostre case e puntano a massimizzare il risparmio energetico. E, conseguentemente, portano ad un risparmio anche in bolletta.
Alla base della realizzazione di un buon sistema di isolamento termico a cappotto interno vi è essenzialmente l’intento di procedere a isolare parete dopo parete l’intera casa. A conti fatti appare chiaro che il tutto, vale a dire la buona riuscita di un isolamento termico a cappotto interno nasce dall’analisi delle pareti di casa, sia interne che esterne, casomai fosse possibile, e del loro stato di resistenza alla dispersione termica. Le operazioni iniziali consistono proprio nell’individuazione dei cosiddetti ponti termici, quelli che nel gergo degli addetti ai lavori, stanno a indicare i punti all’interno di una parete che più favoriscono la dispersione termica, in altre parole i punti deboli dal nostro punto di vista. Il classico esempio di ponti termici sono punti di cemento armato non rivestito, le solette e i pilastri: e un efficace isolamento termico a cappotto interno prevede che il cappotto in questione vada ad abbracciare i ponti termici per ridurre al massimo la dispersione.
COMMENTI SULL' ARTICOLO