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Ma, come è nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo a parlare del progresso degli ultimi tempi in materia di riscaldamento ad uso domestico evidenziando quegli elementi di base che possono esserci più di sostegno nel corso della nostra disanima, analisi sintetica la nostra per le sempre evidenti ragioni di spazio ma speriamo pur sempre chiara ed esauriente, in tema di riscaldamento a idrogeno. Il riscaldamento a idrogeno appare ad oggi come l’ultima frontiera del riscaldamento ad uso domestico nascendo a conti fatti da tecniche modernissime di combustione che riescono a mettere sullo stesso piano l’ottimizzazione della performance di esercizio delle macchine insieme con l’innalzamento degli standard di sicurezza, vale a dire due delle questioni più importanti sull’argomento.
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Scendendo adesso nei particolari cerchiamo di comprendere come funzionano le moderne macchine di riscaldamento a idrogeno. Alla base vi è l’impiego di un sistema di celle che vengono alimentate da un combustibile ad idrogeno. Ovviamente, in maniera intuibile, oltre al sistema di celle stesso serve anche un serbatoio di dimensioni comunque abbastanza ridotte che funge da boiler per favorire la combustione stessa. A questo punto, alla base del riscaldamento a idrogeno, vi è la produzione di energia basata sul calore prodotto dalle celle a idrogeno stesse. Ovviamente, in maniera intuibile, il tutto nasce dalla combinazione di ossigeno e di idrogeno: il primo proveniente dall’ambiente circostante, il secondo, invece, che viene prodotto tramite un dispositivo ad hoc. Il risultato di questa combustione, però, è il tristemente noto monossido di carbonio che è spesso causa di incidenti molto gravi. Il problema viene risolto dalla celle stesse che estraggono nuovo ossigeno in modo da combinarlo al monossido di carbonio producendo anidride carbonica.
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