Interruttore magnetotermico

Funzionamento generale dell'interruttore magnetotermico

L'interruttore magnetotermico è un dispositivo che blocca la corrente di un impianto elettrico nei casi in cui si verifichi un sovraccarico oppure un cortocircuito. Il dispositivo prende il posto del fusibile e dell'interruttore termico, sistemi più datati, garantendo una maggiore prontezza di intervento in caso di sovracorrente. Inoltre, viene riattivato semplicemente con una leva o pulsante, mentre il fusibile doveva essere sostituito, dopo un cortocircuito. Il nome del dispositivo indica che utilizza un sistema magnetico, per la protezione da cortocircuiti, ed uno di tipo termico, per la protezione da sovraccarico di corrente. Negli impianti elettrici è necessario che sia installato anche un interruttore differenziale, la cui funzione di sicurezza è intervenire in caso di fenomeni di dispersione ed evitare il rischio di folgorazione. L'interruttore è caratterizzato dalla tensione nominale, che negli impianti domestici è di 230 V, e dalle diverse correnti nominali, espresse in ampere.
Interruttore magnetotermico

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Protezione termica dal sovraccarico di corrente

Interruttore di tipo vecchio All'interno dell'interruttore magnetotermico sono presenti due differenti sezioni, una che risponde al sovraccarico, secondo principi termici, e l'altra che risponde al cortocircuito, secondo principi magnetici. L'apertura del circuito, cioè lo scatto dell'interruttore, è causata dall'intervento di 2 diversi dispositivi di sgancio. Lo sganciatore termico è formato da 2 lamine metalliche unite che hanno un diverso coefficiente di dilatazione termica. Con l'aumentare della corrente, il calore prodotto dall'effetto Joule determina un aumento della temperatura e dilatazione delle lamine. Il differente coefficiente di dilatazione causa un diverso allungamento delle lamine ed una lenta deformazione, che è utilizzata per far scattare una molla, precedentemente caricata dalla chiusura manuale, ed aprire l'interruttore. Se la corrente è troppo alta, interviene subito il dispositivo magnetico, poiché quello termico non avrebbe sufficiente velocità.

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Protezione magnetica dal cortocircuito

Schema di interruttore magnetotermicoLo sganciatore magnetico si basa sulla forza che esercita un elettromagnete su un'ancorina di ferro. Questa è soggetta anche alla forza della molla caricata in fase di chiusura dell'interruttore elettromagnetico. In caso di cortocircuito, un solenoide che avvolge una sbarra magnetica sviluppa un campo magnetico che determina lo scatto della molla e l'apertura istantanea dell'interruttore. La forza della molla sarà tanto più alta quanto più elevata è l'intensità di corrente da interrompere, cioè il cosiddetto potere d'interruzione (Pi). Il cortocircuito è causato da due conduttori con potenziale diverso che entrano in contatto tra loro, determinando un passaggio di corrente altissimo, che può fondere gli stessi conduttori, con rischio di incendio. In un circuito con corrente alternata trifase ci possono essere i seguenti tipi di contatto: fase e neutro, fase L1 e fase L2, fase L1 e fase L3, fase L2 e fase L3.


Interruttore magnetotermico: Protezione selettiva di un impianto elettrico

Interruttore generale di impianto elettrico In un impianto elettrico di una certa estensione è conveniente che la protezione del sistema sia divisa in aree separate, per evitare che lo scatto dell'interruttore magnetotermico, a causa di un problema in un punto, interrompa la corrente in tutto lo stabile. Grazie a questa protezione selettiva, viene isolata la zone del malfunzionamento ed il resto dell'impianto continua a funzionare regolarmente. Questo sistema prevede l'installazione di un interruttore generale più diversi dispositivi di interruzione per aree grandi ed altri per sezioni ancora più piccole. L'apparecchio principale deve avere una soglia di intervento molto alta per assicurare il massimo assorbimento dell'intero impianto. Gli interruttori secondari avranno una soglia più bassa, secondo l'assorbimento specifico della zona da proteggere. I dispositivi sono tutti collegati ed in caso di guasto interviene solo quello relativo alla sede del problema e non quello generale.



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