La coltivazione idroponica

La storia della coltivazione idroponica

Con la definizione di coltivazione idroponica si intende la capacità di far crescere le piante nell'acqua, questa parola, infatti deriva dal greco hidro che significa acqua e ponos che vuol dire lavoro.

Questo tipo di coltivazione venne scoperta per la prima volta negli anni venti del novecento dal ricercatore californiano Gericke, il quale capì che le radici delle piante assorbivano il nutrimento da un supporto forato che era all'interno di un recipiente. Tale tecnologia fu usata dall'esercito statunitense durante la seconda guerra mondiale rifornendo così le proprie truppe di ortaggi freschi grazie ai grandi ettari di suolo su alcune isole giapponesi del Pacifico. Negli anni Ottanta la coltivazione idroponica ha avuto un grosso sviluppo grazie alle continue ricerche da parte dell'Olanda, dell'Inghilterra e del Giappone, questi paesi sono stati i più favorite perchè essi dispongono di grandi territori, ma negli ultimi anni anche paesi come L'Asia dell'est, la Spagna e l'Israele si sono interessate, infatti anche la NASA ha creato un programma per sviluppare questa coltivazione anche nello spazio. Ad oggi i sistemi di questa coltivazione vengono classificati in:

• base alla presenza e il tipo di substrato, infatti ci sono colture su substrato, fuori suolo o idrocoltura, NFT (Nutrient film techique), floating (coltura su

pannelli galleggianti), aeroponica (processo di sviluppo in serra di piante senza l'utilizzo di terra o di qualsiasi altro aggregato di sostegno);

• base al metodo irriguo per apportare la nutrizione alle piante, esiste l'irrigazione a goccia o quella subirrigazione;

• base all'uso o meno della soluzione nutritiva drenata, esiste ha ciclo chiuso e quella a ciclo aperto.

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I vantaggi e svantaggi della coltura idroponica

coltura idroponica La coltivazione idroponica è uno strumento importante ed efficace per controllare la crescita e la produzione colturale grazie alla gestione delle sostanze minerarie.

I principali vantaggi per la coltura idroponica sono:

1. l'accorciamento dei tempi di sviluppo delle colture. Esse infatti,se vengono coltivate in ambienti giusti e con le condizioni ambientali necessarie, permette di velocizzare e di ottenere la maturazione delle colture in un tempo molto più ridotto. Ad esse però bisogna ricordare che devono essere controllate le sostanze nutritive e l'apporto di abbastanza ossigeno all'apparato radicale;

2. le migliori condizioni di lavoro dall'impianto alla raccolta, in base al controllo delle effettive esigenze colturali;

3. la produttività al metro più alta, grazie ad una maggiore densità di piantine più alta e all'eliminazione dell'attacco da parte dei patogeni del territorio;

4. l'aumento della qualità dei prodotti post- raccolta. I prodotti che vengono coltivati in idroponica non contengono resti di sostanze chimiche utilizzate solitamente nei campi normali, sono più puliti e dal punto di vista nutrizionale non ci sono differenze con gli altri prodotti.

Questo tipo di coltivazione però, a differenza di quanto si può pensare, ancora oggi non è sicuro ed economico, infatti richiede grossi investimenti di capitale. In Italia le specie vegetali coltivate con esso sono la rosa, la gerbera, il pomodoro e la fragola e il 98% sono coltivati in substrati tra i più diffusi ci sono la lana di roccia, di torba, di pomice e di perlite.


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Come funziona una coltivazione idroponica

Le piante coltivate nei terreni per svilupparsi ha bisogno continuamente di cercare acqua e sostanze nutritive per il proprio apparato radicale, così facendo la pianta impiegata la propria energia per la sua crescita superiore. Quelle invece coltivate con il sistema idroponico, sono inserite in un substrato sterile di crescita, come ad esempio la lana di roccia, l'argilla, la perlite, il vermiculite e sono alimentati con delle miscele di acqua e nutrienti.

In questo modo si libera la pianta da spese di energia superflue dando così un equilibrio tra fusto e radici, infatti somministrando quello di cui hanno bisogno ogni volta che serve le piante crescono più rapidamente ed hanno una produttività dei loro prodotti del cento per cento. In una coltivazione idroponica quindi ogni vaso assorbe la propria soluzione di acqua e minerali, bagnando le radici e facendo ricadere quella in più attraverso il substrato d'ancoraggio nella vasca di partenza. Va ricordato che le soluzioni nutritive che vengono date alle piante devono essere sempre ossigenate attraverso una pompa ad aria e sono composti da minerali come azoto, fosforo e il potassio.

Per chi volesse realizzare un proprio giardino o un orto idroponico, lo può fare anche in un piccolo spazio ed è una scelta ecologica ed eco-sostenibile proprio perchè non si utilizzano pesticidi per debellare malattie delle piante visto che con questo sistema non si sviluppano ne virus ne batteri nel suolo visto che quest'ultimo non esiste.


Come costruire un sistema idroponico

Per costruire un sistema idroponico molto semplice e facile da montare, abbiamo bisogno di alcuni materiali:

• Due Secchi in plastica da 5/10 litri d'acqua il primo e da 4/9 litri il secondo;

• il substrato per idroponica fatto di cocco, argilla espansa o perlite;

• la pompa ad immersione;

• l'ossigenatore a tubicino per la pompa;

• minimo due bicchierini in plastica resistente o in alternativa i classici bicchieri di plastica;

• i tubi per l'innaffiamento;

• il timer per l'innaffiamento automatico.

L'unico strumento di cui abbiamo bisogno per l'idroponica che va acquistato è la pompa ad immersione, ma se si hanno a disposizione delle piccole pompe per l'acqua vanno benissimo, l'importante è che devono sviluppare una potenza di 4/30 W altrimenti il getto e la portata diventano troppo abbondanti.

Per i due secchi si possono usare anche quelli grandi in plastica per la vernice o dei secchi in metallo, la cosa importante è che uno dei due sia più grande, in modo da contenere l'altro e che tutti e due non siano trasparenti per bloccare il passaggio della luce all'interno del vaso.

Praticate dei fori sul secchio più piccolo con un trapano.

Riempite il secchio più piccolo con dell'argilla espansa. In natura se ne trova molti e sono quei tipici sassolini porosi color terra, molto leggeri simili alla pietra pomice.

Riempite il secchio più grande sino ad arrivare almeno a quattro litri d'acqua. In seguito inserite il tubicino per l'ossigenazione nell'apposito spazio ed immergete la pompa nell'acqua.

Prendete il secchio forato con l'argilla espansa e create uno spazio per i bicchierini di plastica.

Praticate diversi fori per far passare le future radici della pianta coltivata ed inserite i bicchierini nell'argilla.

Prendete il secchio predisposto con i bicchieri e l'argilla e inseritelo in quello più grande, fino a quando i due secchi non sono ben incastrati. Durante l'incastro dei vasi bisogna far fuoriuscire i tubi dell'innaffiamento e collegarli al secchio più in alto, proprio sopra i bicchierini.

Per far si che i tubicini si sostengano sul vaso ad un'altezza di 5/10 cm dai bicchieri, basta fissarli con del semplice fil di ferro su un lato del vaso, utilizzandolo come sostegno.

Se si vuole si può collegare la pompa ad un timer e poi ad una presa elettrica per ottenere un sistema automatizzato.


La coltivazione idroponica: Le condizione che servono per creare un indoor

Ognuno di noi può crearsi la propria zona per coltivare dalla nostra casa, al garage, all'ufficio, al garage l'importante è rispettare alcuni condizioni che bisogna ricreare.

Esse sono:

– la luce. Essa è un fattore cruciale perchè bisogna fornire alla painta una giusta e non esagerata quantità di luce per ricreare il giorno esatto di primavera/ estate. La grow-room deve essere completamente buia e quindi sarebbe meglio evitare spazi con molte finestre evitando così il rischio che entri troppa luce. Quindi dobbiamo scegliere una lampada indoor tenendo conto della sua riflessività perchè essa verrà assorbita dalle vostre piante;

– la temperatura. Esso è molto importante e deve essere sempre tenuta sotto controllo, infatti la temperatura ideale per la maggior parte delle piante si aggira intorno ai venti/ventotto °C. Quando quest'ultima si alza troppo basterà azionare un piccolo estrattore di aria che vi assicurerà la giusta temperatura della stanza. Di notte la temperatura scende quindi dobbiamo collegare un termoigrometro min/max che ci permette anche di notte di mantenere la stanza alla temperatura giusta grazie all'aiuto di una stufa;

– l'umidità. Se quest'ultima è troppo elevata potrebbe causare danni alle piante e non solo, infatti il pericolo principale è lo sviluppo della Botrytis detta anche muffa grigia. Esso è un organismo che prospera in condizioni di alta umidità e si diffonde in modo molto veloce, rovinando il nostro raccolto. Per tenere sotto controllo l'umidità bisogna avere un igrometro il quale ci permetterà di leggere in modo accurato e costante l'umidità presente nella stanza, quella ideale è del 50/60%;

– l'atmosfera. Le piante durante la loro crescita hanno bisogno di anidride carbonica per la fotosintesi quindi bisogna utilizzare uno spazio che abbia una parte da dove possa entrare l'aria e una da dove possa uscire attraverso un estrattore.


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