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Lo spazio, deve essere valorizzato anche se ridotto. Ogni singolo vuoto, inteso come spazio non utilizzato deve seguire la logica dell’esaltazione e del riempimento. Gli angoli nascosti, sono un esempio di spazio morto, che potrebbe essere utilizzato: le porte, i corridoi, gli spazi compresi tra due o più complementi d’arredo, le scale, il sottoscala, la controsoffittatura. Se la porta è a scrigno, e se la distanza che intercorre tra questa e il muro è abbastanza profonda, è possibile adottare quello spazio per la collocazione di un armadio a muro, o di una libreria o anche di una piccola poltrona, o di qualche scaffale. Lo spazio libero, deve essere organizzato in modo funzionale: le scatole ed i contenitori, possono diventare un complemento d’arredo; le sedie, possono essere piegate e diventare un piano d’appoggio, i tavoli, sedute, i divabni, comodi letti, gli armadi, o meglio le porte degli stessi, possono diventare piani d’appoggio, il letto, una specie di armadio contenitore.
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Entra dunque in gioco, l’idea della trasformazione delle cose: Tutto si trasforma, diventa all’occorrenza qualcos’altro, o può scomparire per guadagnare lo spazio di passaggio. L’ottimizzazione degli spazi, è un’idea figlia di un design estremamente conveniente, di tendenza, comodo e veloce. L’arredo deve necessariamente sposare una filosofia di design e praticità, di estetica moderna e di organizzazione geometrica: si scelgono mobili su misura, mobili componibili, mobili a scomparsa, pochi e grandi, cosi da creare a livello architettonico, un effetto ottico che dia una maggiore apertura e senso di grandezza. L’ottimizzazione dello spazio, è dunque un concetto figlio di una creatività nuova, esaltante e in costante evoluzione.
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