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La lavanda è una pianta erbacea, perenne, sempreverde e originaria dell’area mediterranea. Le sue foglie sono argentee, profumatissime, strette e lunghe; in estate produce tantissimi fiori raggruppati in mazzetti simili a spighe, fiori piccoli, fragranti e viola, colore che ormai è rappresentativo della lavanda. Quasi tutte le varietà sono resistenti al freddo e anche per questo vengono usate come piante ornamentali per formare siepi o cespugli nei giardini, una vera e propria macchia di colore che vivacizza e profuma gli ambienti. Si può anche coltivare in ampi vasi, ma bisogna ricordare che cresce molto in fretta e raggiunge anche più di un metro di altezza. Queste sono le specie più comuni: lavanda angustifolia, detta lavanda inglese, che ha le spighe dei fiori più piccole rispetto a quelle delle altre varietà; lavanda dentata, che ha fiori più chiari e un odore particolare; la lavanda lanata, che ha foglie bianche coperte da una sottile peluria e spighe floreali molto lunghe. Alcune varietà hanno i fiori di colore blu, rosa, bianco o lilla; questa pianta rustica fiorisce dagli inizi della primavera fino alla fine dell’estate.
Il nome della lavanda sembra derivare dal latino e pare faccia riferimento all’antico uso dei fiori di questa pianta come essenze profumate per il bagno. Fino a non molto tempo fa non era molto usata a scopo ornamentale, soprattutto nel nostro paese; ma poi anche in Italia è stata riscoperta, sia per il suo colore caratteristico, sia perché si adatta bene ai diversi tipi di terreno e di clima e perché non richiede particolari cure. In totale comprende circa venticinque specie. In molte zone, come ad esempio in Francia, viene coltivata per la raccolta dei suoi fiori, usati nell’industria profumiera per saponi, essenze per il corpo o da mettere nell’armadio per proteggere e profumare i vestiti. Dalla lavanda si ricava poi un olio essenziale molto venduto in erboristeria e molto apprezzato per le sue proprietà terapeutiche: rilassa, agisce come antidepressivo e cicatrizzante ed è efficace anche contro ansia, insonnia, sindromi da raffreddamento e ipertensione. Per ottenerlo bisogna usare solo le sommità fiorite, dalle quali si ricava un liquido viscoso verde dall’odore molto intenso.
Per moltiplicare la lavanda si possono operare delle talee in primavera: bisogna tagliare porzioni di pianta di circa dieci centimetri, per poi farle radicare in un composto formato da torba e sabbia in parti uguali. Le talee così formate vanno poste a dimora l’anno successivo. In alternativa, la talea si può fare a fine estate, ossia al termine della fioritura: bisogna in questo caso prelevare dei singoli rametti di circa 10-15 centimetri, facendo tagli netti e precisi per evitare sfilacciature. Questi rametti andranno poi immersi in una polvere rizogena per favorire la radicazione e poi messi a radicare nel composto di sabbia e torba. Il terreno della lavanda non dovrà mai essere troppo bagnato o si rischia di far marcire le radici; spesso accade che la pianta venga attaccata da funghi e larve di insetti. In particolare, molto temuto e dannoso è il fungo di Septoria che attacca le foglie alla base della pianta: lo si nota quando le foglie in questione presentano delle macchie chiare. Per risolvere il problema basta eliminare le foglie malate e applicare dei prodotti fungicidi.
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