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Il funzionamento dei collettori sottovuoto è abbastanza semplice. Il vuoto si forma tra i due tubi e viene impiegato in funzione di isolante termico limitando quindi al massimo la dispersione del calore prodotto nei confronti dell'esterno. I pannelli sottovuoto lavorano in pratica con lo stesso principio del thermos. Il calore prodotto con questo processo viene trasportato con diverse modalità, tra le quali una tra le più sviluppate è quella comunemente nota come heat pipe. In questo caso all'interno di ogni tubatura di vetro è prevista la presenza di una conduttura in rame, la quale viene riempita da una soluzione a base di alcool che una volta riscaldatasi inizia la risalita lungo l'heat pipe. Condensandosi e raffreddandosi, essa rilascia calore in favore del fluido che percorre il collettore adibito alla raccolta.
Il principio che sovrintende al funzionamento delle due tipologie di pannelli è molto differente. Il collettore piano è infatti strutturato per lavorare su temperature comprese tra i 50 e i 90 gradi, mentre il pannello sottovuoto si rivela particolarmente adatto all'uso in condizioni di temperatura molto bassa, e proprio per questo motivo viene spesso erroneamente indicato come tecnologicamente superiore al suo concorrente. In effetti la sua superiorità si rivela tale solo ove le temperature siano sotto lo zero, condizione in cui vede crescere il suo rendimento nei confronti del collettore piano aumentando il distacco man mano che la differenza tra la temperatura esterna e quella del pannello cresce. Una differenza sostanziale che rende del tutto inutile acquistare il modello sottovuoto ove si risieda in una zona climatica temperata.
Come succede spesso, l'asserita superiorità tecnologica del pannello sottovuoto è solo supposta e non fondata su dati di fatto concreti. La sua vera peculiarità è quella di riuscire a lavorare anche in condizioni climatiche molto rigide, prossime allo zero, nelle quali in effetti manifesta un superiore rendimento rispetto al modello concorrente. Proprio per questo motivo adottare questa soluzione in Italia può risultare controproducente, soprattutto in considerazione del maggior costo. Altra controindicazione è la maggiore fragilità rispetto ai collettori piani, con una maggiore necessità di manodopera proprio al fine di prevenire eventuali guasti. Motivi che dovrebbero indurre ad una attenta analisi prima di effettuare una scelta che potrebbe dare risultati del tutto inadeguati rispetto alla spesa effettuata.
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