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Per coltivare il kiwi bisogna avere un terreno preferibilmente neutro o acido, perché queste piante non sopportano la presenza di calcare nel substrato. Prima di mettere a dimora le piante giovani, bisogna preparare il terreno, arricchendolo con torba, stallatico e sabbia in piccole quantità che rappresenta un ottimo rimedio per migliorare il drenaggio dell’area di coltivazione. I kiwi vanno potati dopo la raccolta dei frutti, dunque in autunno inoltrato, quasi alle porte dell’inverno: bisogna asportare tutti i rami che hanno fruttificato. Gli esemplari più grandi e vigorosi vanno potati anche dopo la fioritura: bisogna ridurre la lunghezza delle ramificazioni che non portano boccioli o frutti per ridare forma alla chioma e far passare più aria al suo interno. Le giovani piante appena poste a dimora vanno annaffiate bene; successivamente questa specie va annaffiata solo quando il terreno è ben asciutto, senza mai esagerare. Solo in estate l’acqua va data più spesso. Nei mesi caldi è consigliabile coprire le piante con reti ombreggianti, che aiutano a combattere il surriscaldamento e a mantenere la chioma umida al punto giusto.
Per ottenere dei frutti migliori bisogna somministrare alla pianta dei chelati di ferro nei terreni a rischio clorosi nel periodo anteriore alla ripresa vegetativa. Per il necessario apporto di azoto, fosforo e potassio basta applicare concime universale prima del germogliamento e dopo la fioritura. Normalmente il kiwi non viene colpito da parassiti o funghi; raramente si può riscontrare la presenza di cocciniglia bianca, ma in genere non serve trattare le piante con insetticidi, anche perché potrebbero danneggiare la crescita dei frutti. Il kiwi va raccolto il più tardi possibile per ottenere un’alta quantità di zuccheri nei frutti; la raccolta, però, va fatta prima che la polpa diventi molle e prima delle brinate autunnali che potrebbero rovinare i rami. Nelle grandi aziende la raccolta inizia quando gli zuccheri all’interno di un campione di kiwi raggiungono un certo livello. Per una coltivazione domestica, basta verificare che tutti i semi dei frutti siano diventati neri. Il kiwi si può conservare bene anche a lungo in ambienti non riscaldati. Per farlo maturare basta lasciarlo a temperatura ambiente, possibilmente vicino a qualche mela.
L’actinidia chinensis, comunemente conosciuta come kiwi, è una pianta originaria della Cina, dove cresce spontaneamente, soprattutto nelle valli del fiume azzurro, lo YangTze. In occidente è arrivata grazie al missionario botanico francese Paul Guillaume Farges, il quale nel 1897 ne inviò un esemplare al vivaista Maurice De Vilmorin. Nel 1904 altri esemplari furono esportati in Nuova Zelanda, paese da cui deriva il nome kiwi: questo termine, in realtà, indica l’uccello simbolo della Nuova Zelanda. In quel periodo, poiché la diffusione fu rapida, il frutto fu identificato con il paese e fu così chiamato "kiwi fruit", ossia frutto del kiwi. Le due principali varietà del frutto sono quello verde e quello gold. Il primo è più diffuso e ha una polpa verde; il gold è più allungato, ha la polpa gialla e a differenza dell’altro, non ha peluria sulla buccia. Il kiwi ha molte proprietà benefiche perché è ricco di vitamina C, vitamina E, potassio, ferro e fibre, mentre contiene poco sodio. Grazie agli antiossidanti, il kiwi è utile per rendere la pelle più elastica e per combattere le rughe; ha poche calorie e diminuisce i trigliceridi nel sangue.
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