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La messa a dimora andrà effettuata eseguendo una serie di operazioni: in primis si dovrà scavare una buca, con un diametro pari al doppio del diametro del pane radicale, ed una profondità pari al triplo della sua lunghezza; sul fondo della stessa, andrà posta la ghiaia, poi uno strato di letame maturo ed un leggerissimo strato di torba, infine la piantina. Questa andrà poi coperta con dell’altro terreno. Le innaffiature, vanno regolate in relazione al clima: durante i periodi freddi e piovosi, andranno quasi del tutto sospese. Nelle stagioni intermedie, la clematide andrà innaffiata circa una volta a settimana; prima di effettuare l’innaffiatura, si dovrà costatare che il terreno sia perfettamente asciutto. Durante la stagione estiva invece, le piante dovranno essere innaffiate con maggiore frequenza e regolarità, due o tre volte alla settimana, assicurandosi sempre che il terreno risulti essere particolarmente asciutto e compatto in superficie.
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La concimazione è un’operazione necessaria per favorire lo sviluppo di questo tipo di pianta: lo stallatico maturo, andrà collocato sul fondo della buca in cui verrà collocata la piantina; il fosforo ed il potassio, andranno invece diluiti in acqua e cosparsi in superficie. La potatura, è un’operazione necessaria per questa pianta, che andrà comunque contenuta durante la sua crescita. Andranno eliminati i rami pendenti, quelli pesanti e troppo vistosi. La potatura, oltre che contenitiva, può avere anche scopi curativi. La clematide è una pianta molto incline alla contrazione di diversi tipi di patologie: viene principalmente attaccata da insetti, lumache e afidi, che si nutrono di foglie e fiori, determinando l’appassimento della pianta. Anche le patologie fungine possono risultare oltremodo pericolose, tra queste il mal bianco.
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