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Il tetto in legno ventilato è caratterizzato dalla presenza di una camera di ventilazione, che si estende per tutta la lunghezza delle due falde, di spessore costante da dimensionare secondo le caratteristiche termiche del luogo e gli obiettivi termoigrometrici da perseguire. Tale camera, allocata sotto gli elementi di tenuta deve presentare aperture laterali all'altezza delle gronde ed una apertura unica in corrispondenza del colmo, così da garantire il continuo flusso di aria ingresso/uscita. E' questo flusso che, per il continuo ricambio di aria, in estate, evita l'accumulo di energia termica sotto manto ed impedisce la formazione di condense in inverno. Così, il calore si allontana dalla struttura in estate e l'umidità non la danneggia in inverno.
Nelle diverse puntualità di tipologie stratigrafiche, varie e molteplici, per diversità di materiali e relativi spessori, un tetto in legno ventilato è costituito, sempre, da precisi elementi caratterizzanti. Dall'esterno all'interno, essi sono: 1 - manto di copertura 2 - guaina impermeabilizzante 3 - pannello isolante 4 - barriera vapore 5 - struttura portante (in legno) Il manto di copertura generalmente è in tegole o coppi. La guaina impermeabilizzante è in materiale bituminoso o a base di sostanze naturali (es. cellulosa). Il pannello isolante è naturale (sughero, legno...) o di derivazione sintetica (polistirene EPS/XPS, poliuretano PUR...). La barriera al vapore è di natura bituminosica. La struttura portante è in legno massiccio o legno lamellare.
Il legno è, da sempre, impiegato nella realizzazione dei manufatti edilizi. Per decenni, è stato rimpiazzato da un materiale strutturale molto più economico, ma meno ecosostenibile: il cemento armato. La progettazione moderna introduce, in modo sempre più forte, questo materiale come elemento strutturale nelle chiusure opache orizzontali e verticali: solai e pareti; nelle chiusure trasparenti: serramenti; nelle componenti di finitura: arredi... Naturale, versatile, biocompatibile ed ecosostenibile, perfettamente garantisce la totalità degli scambi termoigrometrici caratterizzanti gli involucri edilizi, considerati come la nostra terza pelle. Inoltre permette di realizzare strutture leggere che hanno evidenziato comportamenti migliori rispetto alle strutture pesanti in caso di eventi sismici.
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