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Cosa è il green design può essere più facilmente spiegato dai principi su cui esso si basa. A partire dal basso o nullo impatto ambientale che deve caratterizzare gli oggetti progettati e dall'efficienza energetica, anch'essa in grado di riverberarsi positivamente sui consumi e quindi sul quantitativo di emissioni nocive. Anche i materiali usati debbono rispondere a determinati standard, in relazione alla loro durata e qualità. Non meno importanti sono le loro proprietà, soprattutto in ordine alla possibilità di riutilizzarli e riciclarli, senza disperderli nell'ambiente. Concetti quindi che si richiamano ad un principio di responsabilità verso le generazioni future e nei confronti di un pianeta sempre più deteriorato. Tali quindi da incontrare largo successo nei settori più avvertiti dell'ambientalismo internazionale.
Proprio lo stato di deterioramento ambientale in cui versa il pianeta e la latitanza di risposte istituzionali forti, hanno avuto come logica reazione l'affermarsi del green design. Considerate troppo tiepide le reazioni al degrado ambientale, a partire dal Protocollo di Kyoto, molti designer non hanno esitato a orientare la loro progettazione verso oggetti in grado di avere un limitato impatto nel corso della loro vita. In questo quadro, una delle logiche soluzioni è stato l'impiego di materiali riciclati, scarti dei processi produttivi e in genere ecocompatibili. Nella pratica, un oggetto di green design è quello che non influisce negativamente sulla tenuta ambientale in nessuna fase del suo ciclo di vita, ovvero produzione, commercio ed utilizzo. Proprio questo rigore ne fa quindi un presidio indispensabile nella lotta all'inquinamento ambientale.
L'ampiezza del fenomeno e la positività della possibili ricadute, hanno spinto anche le istituzioni ad occuparsi di green design. A partire dall'Unione Europea, che lo ha adottato sino a varare una legislazione apposita. Una legislazione che prevede il rilascio del marchio CE solo ove gli oggetti di design rientrino nell'ambito delle norme espressamente previste. La direttiva risale ormai al 2005 ed è stata recepita anche dallo Stato italiano, con un decreto legislativo, emanato il sedici febbraio del 2011. Il decreto consente in pratica la commercializzazione solo di quei prodotti che rispondono ad una logica di limitato impatto ambientale e che dimostrino in maniera chiara il proprio profilo ecologico. Una necessità dettata del resto dalle preoccupazioni destate presso l'opinione pubblica dai fenomeni atmosferici in atto.
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