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Sono ormai tantissime le persone attente alla salvaguardia del Pianeta, e sempre più spesso si sente parlare di case ecologiche e sfruttamento di risorse energetiche rinnovabili. Questa nuova esigenza ha portato ad una crescente richiesta di pannelli fotovoltaici, per permettere di sfruttare l'inesauribile luce del sole per ottenere energia. La domanda in costante aumento ha visto l'impegno delle aziende verso un continuo miglioramento tecnologico, arrivando ad offrire oggi pannelli che garantiscono prestazioni ottimali per oltre 25 anni. Anche se la vita media di un pannello può essere quantificata in quasi 100 anni, occorre precisare che dopo il venticinquesimo anno difficilmente possono garantire le prestazioni eccezionali che presentano all'origine. Di conseguenza occorre pensare anche al loro smaltimento, che è importante effettuare nel modo corretto per evitare di danneggiare quello stesso ambiente che eravamo intenzionati a proteggere. La domanda che nasce spontanea "smaltimento pannelli fotovoltaici: cosa fare?" trova risposta in precise disposizioni di legge, in particolare la direttiva europea 2012/19.
Generalmente la sostituzione dei pannelli solari è consigliata dopo 20-25 anni, in quanto dopo questo utilizzo temporale non possono più garantire il massimo rendimento. A regolare lo smaltimento pannelli fotovoltaici: cosa fare e a chi rivolgersi, intervengono precise direttive europee. Se nel contratto originario di acquisto è prevista una specifica clausola, lo smaltimento sarà a carico del produttore, altrimenti dovrà essere l'utilizzatore a farsene carico. Il cliente potrà eventualmente beneficiare anche di speciali incentivi per lo smaltimento. Occorre precisare che la direttiva europea ha assimilato i pannelli fotovoltaici ai rifiuti elettronici, permettendo il loro riciclo solo ad operatori specializzati. Sono sempre più però le associazioni che si offrono per ritirare e riciclare i pannelli in maniera completamente gratuita.
Per mostrarsi coerenti con la scelta ecologica fatta al momento dell'acquisto dei pannelli solari, occorre conoscere bene le procedure di smaltimento quando i pannelli giungono a fine ciclo. Per conoscere le corrette procedure di smaltimento pannelli fotovoltaici: cosa fare e a chi rivolgersi, occorre sapere che sono composti da più materiali, alcuni riciclabili altri, come il tellururio di cadmio, considerati nocivi. Il tellururio di cadmio viene spesso impiegato per il suo costo inferiore rispetto al silicio e la sua maggiore capacità di assorbire la luce. Anche se risulta un materiale tossico, non evapora a temperatura ambiente, per cui risulta impossibile una sua inalazione derivante dalla presenza del materiale nei pannelli solari. In caso di incendio poi, il vetro che lo ricopre fonderebbe prima dell'evaporazione del telluririo, incapsulando al suo interno le sostanze nocive e rendendone improbabile la dispersione nell'aria. Tuttavia in fase di smaltimento di pannelli fotovoltaici contenenti tellururio di cadmio occorre rivolgersi a ditte autorizzate a trattare i rifiuti elettronici, per evitare contaminazioni pericolose nell'ambiente.
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